DDL Consumo di suolo, ecco i pareri di ANCI e UPI

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Il 7 novembre la Conferenza delle Regioni e la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti locali hanno esaminato il disegno di legge sul contenimento del consumo di suolo, approvato dal Consiglio dei Ministri in via preliminare lo scorso 15 giugno, su proposta del Ministro delle politiche agricole.

Nell’ambito della Conferenza Unificata, le Associazioni dei Comuni (ANCI) e delle Province (UPI) hanno ciascuna consegnato un documento contenente osservazioni ed emendamenti.

L’UPI in particolare, con la richiesta di modifica degli articoli 1 e 3, mira ad attribuire un ruolo maggiore alle province nell’ambito del processo di ripartizione della superfice agricola consumabile, da un lato subordinando l’utilizzo di nuovo suolo alla previa stipula di accordi di area vasta fra provincia e comuni nei quali ciascun ente locale assuma impegni in tema di bonifica, riqualificazione e riutilizzo delle aree dismesse, recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente, ecc., dall’altro, prevedendo che i limiti massimi al consumo del suolo attribuiti alla regione vengano articolati per aree omogenee sovracomunali attraverso la pianificazione provinciale sulla base delle proposte avanzate dai comuni.
Le province inoltre chiedono l’introduzione all’articolo 8 di un contributo aggiuntivo rispetto del contributo di costruzione di cui all’art. 16 del Dpr 380/2001 (Testo Unico edilizia) per gli interventi che determinano consumo di nuovo suolo, in misura non inferiore a due volte gli oneri dovuti per l’urbanizzazione primaria e secondaria.

L’ANCI, invece, pur condividendo pienamente gli obiettivi del contenimento del consumo del suolo e dell’incentivazione della riqualificazione dell’edificato, chiede, tra l’altro:
– l’inserimento del disegno di legge all’interno di una più organica riforma della materia del governo del territorio, ancora basata sulla Legge 1150/1942;
– una valutazione più attenta delle “ricadute” che le nuove norme avranno sulle attività programmatorie e gestionali dei comuni, introducendo un esplicito richiamo a come la strumentazione urbanistica comunale possa agire per rendere operativi gli obiettivi del ddl, senza prevedere però adempimenti obbligatori che comportino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Sulla base di queste premesse, l’ANCI elenca una serie di elementi necessari per determinare la coerenza complessiva e l’efficacia dell’iniziativa legislativa, tra cui:
– semplificare, riordinare e coordinare le molteplici e differenti terminologie utilizzate e le definizioni che potrebbero determinare incertezza nell’ambito di applicazione della legge e nel regime transitorio (punto 2);
– introdurre un regime fiscale incentivante/disincentivante ai fini dell’attuazione della legge (punto 8);
– prevedere incentivi statali o regionali da legare al minor consumo del suolo nell’ambito di interventi, quali ad esempio, quelli del Piano nazionale per le città di cui al decreto legge 83/2012 (punto 9);
– prevedere, tra i benefici erogabili dai comuni per incentivare la progressiva inibizione del consumo di nuovo suolo, gli istituti della compensazione urbanistica e del credito edilizio, già introdotte da numerose leggi regionali (punto 10);
– confermare il ripristino della destinazione vincolata dei proventi dei titoli abilitativi edilizi e delle sanzioni per abusi edilizi, differendo però l’entrata in vigore delle nuove disposizioni in materia di utilizzo degli oneri, secondo una precisa scansione temporale in modo da ridurre la possibilità di squilibri di bilancio per gli enti locali (punto 11).

Di seguito i pareri dell’ANCI e dell’UPI:
parere ANCI sul disegno di legge del Governo in materia di contenimento di consumo del suolo;
parere UPI sul disegno di legge del Governo in materia di contenimento di consumo del suolo.

Fonte: Ance.it

Redazione Tecnica

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