Certificati Bianchi, quali obiettivi per il decreto?

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Il 2 gennaio scorso sono stati pubblicati sul Supplemento Ordinario della Gazzetta Ufficiale n. 1 due decreti molto attesi: il d.m. 28 dicembre 2012 relativo al Conto Energia Termico e il d.m. 28 dicembre 2012 sul potenziamento del meccanismo dei certificati bianchi.

Ed è proprio sul c.d. Decreto Certificati Bianchi che voglio soffermarmi e condividere con i lettori alcune considerazioni.

Il decreto è finalizzato a determinare gli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione dell’energia elettrica e del gas per gli anni dal 2013 al 2016, attraverso il sistema dei Certificati Bianchi e a introdurre le misure necessarie a potenziare l’efficacia complessiva del meccanismo dei certificati bianchi.

Da dove nascono i Certificati bianchi?
Il sistema dei certificati bianchi è stato introdotto dal decreto legislativo n. 79/1999 di liberalizzazione del mercato elettrico (Decreto Bersani)  e replicato poi da analogo decreto di liberalizzazione del mercato del gas naturale n.164/2000 (Decreto Letta).

Esso si basa sull’obbligo che i distributori di energia elettrica e gas hanno di produrre ogni anno una determinata quantità di risparmi o di acquistare una quantità equivalente di certificati bianchi da parte di altri soggetti attivi nel settore dell’efficienza energetica . Tuttavia, già da alcuni anni (dal 2008), il numero di certificati generati è risultato sistematicamente inferiore ai relativi obblighi annuali.

Grazie alla possibilità – prevista nei vari decreti sul tema – di posticipare all’anno successivo l’adempimento di una quota dell’obbligo, l’offerta dei titoli è stata più o meno in grado di coprire la quota minima imposta, tuttavia nel 2011-2012 lo squilibrio tra domanda ed offerta ha assunto dimensioni strutturali ed ha richiesto l’emanazione di nuove norme di modifica del sistema, contenute appunto nel decreto legislativo 28/2011.

Tra i motivi principali di tale squilibrio, l’esaurirsi della capacità degli operatori di realizzare gli interventi più semplici e di basso costo e la necessità, quindi, di adeguare il sistema e il livello dell’incentivazione (o della durata della stessa) verso interventi più significativi, ad esempio nel settore industriale.

Gli obiettivi per il futuro
Gli obiettivi di risparmio del prossimo periodo sono stati definiti invece puntando ad un recupero della capacità del sistema. Ai certificati bianchi, la SEN (strategia energetica nazionale) affida il compito di coprire circa un terzo dei nuovi risparmi di energia da conseguire da qui al 2020.

Il decreto consentirà di traguardare e superare gli obiettivi del PAEE 2011, previsti al 2016 e pari a circa 6 Mtep. Inoltre, permetterà di coprire gli obiettivi programmatici in tema di efficienza energetica previsti dalla SEN, per la quota assegnata allo strumento dei certificati bianchi. Rispetto al periodo precedente, a fronte della crescita degli obiettivi, l’incremento medio annuo dei costi è di circa 115 milioni di euro. L’onere cumulato previsto per il periodo 2013-2016, a valere sulle tariffe dell’energia elettrica e del gas, è stimato pari a 2,6 miliardi di euro. Al fine di rafforzare il meccanismo , il decreto, introduce diversi elementi di innovazione.

Il decreto per raggiungere tali obiettivi attua due misure: l’aumento dell’offerta e la valorizzazione del prezzo di mercato.

Aumento dell’offerta: via libera alla mobilità sostenibile
Introduzione di nuove schede per la valutazione dei risparmi di energia (tra cui: installazione di motori elettrici a più alta efficienza; installazione di sistemi elettronici di regolazione della frequenza (inverter) in motori elettrici operanti su sistemi per la produzione di aria compressa con potenza superiore o uguale a 11 kW; installazione di sistemi elettronici di regolazione di frequenza (inverter) in motori elettrici operanti sui sistemi di ventilazione; riqualificazione termodinamica del vapore acqueo attraverso la ricompressione meccanica (RMV) nella concentrazione di soluzioni; utilizzo di biometano (BM) nei trasporti pubblici in sostituzione del metano (GN); diffusione di autovetture a trazione ibrida termoelettrica per il trasporto privato di passeggeri; installazione di gruppi di continuità statici ad alta efficienza; installazione di impianto di riscaldamento alimentato a biomassa legnosa nel settore della serricoltura; installazione di schermi termici interni per l’isolamento termico del sistema serra ecc.).

L’aumento dell’offerta prevede anche:
1. inclusione di nuove aree di intervento (nelle reti, nel settore ICT, nella distribuzione idrica e nei trasporti);

2. semplificazione del processo di redazione di nuove schede basate sulle dirette proposte degli operatori interessati (associazioni imprenditoriali, ecc);

3. aumento dei soggetti che possono partecipare alla generazione di certificati bianchi (soglia di accesso per le imprese industriali ridotta da 10.000 tep/anno a 1.000 tep/anno consumati e da 1.000 a 100 per le altre previa nomina dell’energy manager);

4. procedura negoziale per grandi progetti (industriali e infrastrutturali) che generino risparmi per almeno 35.000 tep/anno.

Valorizzazione del prezzo di mercato
Maggior ruolo al prezzo di mercato dei certificati bianchi, anche ai fini della definizione del rimborso tariffario dei costi sostenuti per gli interventi.

Massimo Scuderi

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