Congresso InArSind, la Riforma delle professioni è un’occasione persa

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Sono due i grandi cantieri aperti in Italia: quello fisico del Piano Città per la realizzazione delle Smart Cities, per il quale sappiamo che sono già stati trovati 8,1 miliardi e ne mancano 10,4 (leggi anche Piano Città, i 430 progetti dei Comuni valgono 18,5 miliardi) e quello intellettuale e normativo della Riforma delle Professioni. Dal VII Congresso InArSind – Sindacato degli Ingegneri e Architetti Liberi Professionisti,  svoltosi venerdì 23 a Firenze, arriva forte l’invito a occuparsi di entrambi i cantieri, ma la priorità viene data al secondo. Secondo il presidente di InArSind Salvo Garofalo, infatti, sulla Riforma delle Professioni c’è molto da lavorare: per ora è solo un’occasione persa.

Il Congresso è stato un momento di rilancio dell’azione sindacale. La mozione approvata dall’Assemblea dà mandato al sindacato di investire risorse per cambiare alcune norme fondamentali che dovranno essere definite nei Regolamenti: per realizzarli il Ministero della Giustizia ha dato ai Consigli Nazionali un anno di tempo. In questo arco di tempo InArSind contribuirà a una riforma che sia il più possibile concretamente utile a chi ogni giorno pratica la professione.

Leggi la mozione uscita dal Congresso InArSind.

Il titolo del Congresso era “Un grande cantiere per il futuro. Valutazioni della nuova riforma delle Professioni. Ingegneri e Architetti liberi Professionisti: produttori di idee o fornitori di servizi?”. L’assemblea tutta e i singoli interventi hanno sottolineato la necessità di tornare a dare valore alla professione dell’Architetto e dell’Ingegnere, le figure che costruiscono le nostre città, i luoghi in cui viviamo, figure che attingono dal passato le idee valide ancora a oggi le “mischiano” al presente per creare il futuro nei loro progetti. Ecco allora le città intelligenti, le Smart Cities.

Ha detto Salvo Garofalo, presidente di InArSind: “Avremmo voluto dedicare il nostro VII Congresso alle Smart Cities, perchè le città intelligenti rappresentano per noi un importante e interessante sviluppo della nostra professione per il futuro. Poi  l’incontro tenuto poco più di un mese fa a Milano con tutti i protagonisti delle professioni tecniche ci ha convinti che c’è un altro grande cantiere che ci interessa molto da vicino, ed è quello della riforma delle professioni: una grande occasione mancata. Il sindacato, nell’anno che si sta per aprire vuole contribuire in modo attivo al dibattito sui regolamenti su cui è stato dato mandato ai Consigli nazionali”.

Elenchiamo di seguito i punti principali da rivedere:
– introdurre una chiara definizione delle funzioni che gli Ordini sono chiamati ad assolvere, senza consentire sovrapposizioni di ruolo e competenze con le organizzazioni di rappresentanza;
differenziare l’iscrizione agli Ordini Professionali tra liberi professionisti, dipendenti e docenti, come avviene per altre categorie, riservando ai soli liberi professionisti l’esercizio di atti di libera professione;
– prevedere non una formazione permanente basata su accreditamenti, bensì un aggiornamento professionale serio fondato su reali esigenze di informazione e approfondimento direttamente applicabili alla pratica professionale;
– introdurre un’approfondita indagine sull’effettivo fabbisogno di nuovi professionisti nel mercato della professione, al fine di valutare l’opportunità di un contingentamento adeguato delle iscrizioni alle Facoltà universitarie e della sua periodica revisione;
– riaffermare il riconoscimento della terzietà del ruolo del progettista affidando alla pubblica amministrazione solo il ruolo di produzione degli obiettivi e di controllo sul conseguimento di essi.

Queste le richiete di InArSind, che si impegna a partecipare attivamente per raddrizzare il cammino della Riforma delle Professioni.

Redazione Tecnica

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