Restauro del Colosseo, è scontro aperto

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Il restauro del Colosseo è al centro della polemica. Della Valle e il Ministero dei Beni Culturali sono nella fossa dei leoni.

 

Il tema è l’accordo di sponsorizzazione del restauro del Colosseo concluso dal Ministero dei Beni Culturali nel 2011 con l’imprenditore Diego Della valle (patron della Tod’s). Tale accordo prevede il versamento da parte di Della Valle di 25 milioni (dieci dei quali già depositati come fidejussione) per restaurare i prospetti del Colosseo, gli impianti, le cancellate e per realizzare un nuovo centro servizi.

 

Uil Beni Culturali e Codacons hanno preso di mira l’accordo chiamando in causa le varie magistrature e l’Antitrust. La Uil ha presentato (marzo 2011) una denuncia indirizzata alla Procura della repubblica di Roma e della Corte dei Conti, le quali hanno aperto un fascicolo sul tema. La Uil sostiene che a compiere l’errore non sia stato Della Valle, che ha fatto il proprio mestiere, ma il Ministero che ha chiuso a 25 milioni un contratto di sponsorizzazione che avrebbe valore di 200 milioni di euro. Dal Ministero ribadiscono  la legittimità e la trasparenza dell’operazione: l’accordo è stato sottoposto a tutte le regole del codice degli Appalti, per quanto gli accordi di sponsorizzazione siano orfani di precise regole. Il sindaco di Roma Alemanno difende l’operazione.

 

L’Antitrust, interpellata dal Codacons, a fine dicembre ha bocciato la procedura per la sponsorizzazione per mancato rispetto delle regole della concorrenza. Comunque, l’Antitrust non ha bloccato il progetto.

 

Della Valle ha chiesto di incontrare coloro che hanno presentato l’esposto alla Procur, per chiarire loro il senso e i modi di questa operazione, pur ritenendo infondati i ricorsi.

 

Ora però la parola passa al Tar.

Redazione Tecnica

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